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BASTA UN NO. Approfondiamo il tema.

22.11.2016 10:26
       

Le nostre ragioni per il NO

06.11.2016 14:07

Le nostre ragioni per il NO

06.11.2016 14:05
Giovedì 24 Novembre  Alle ore 21, presso la Casa del Popolo, incontro a cura dell'Anpi Rufina con Fabio Mugnaini, docente dell'Università di Siena. Parleremo di referendum e delle nostre ragioni per il NO.  Vi aspettiamo! #iovotono

 

 L'ANPI è aperta a tutti, chiunque può iscriversi. 

È in corso il tesseramento 2016! chiedi o rinnova la tessera.

comunicato FIAT

01.02.2011 21:29

 COMUNICATO

 

Tutti i lavoratori ed in particolare i giovani, hanno bisogno di un lavoro dignitoso, stabile ed un salario che consentano loro una vita  altrettanto dignitosa così come afferma la Costituzione italiana  che tanta importanza ha conferito al lavoro stesso al punto di renderlo fondamento della Repubblica.

Invece quanto  è avvenuto  alla   Fiat Mirafiori in questi giorni, così come a Pomigliano  qualche mese fa, impone lo stesso odioso ricatto  di “investimenti e nuove produzioni in cambio di peggioramento delle condizioni di lavoro”.

L’accordo imposto da Marchionne prevede la cancellazione di fatto del contratto nazionale di lavoro, dello Statuto dei diritti dei lavoratori, negando il diritto di sciopero ed imponendo l’esclusione della rappresentanza sindacale per la Fiom CGIL che non ha firmato l’accordo, riportandoci ad un modello di relazioni e di rappresentanza accantonato sessant’anni fa con la Liberazione. Marchionne oggi ha costretto di nuovo  i lavoratori a laceranti divisioni trasformando il referendum da strumento di democrazia a  palese ricatto: irresponsabilmente a suo dire, se l’accordo non fosse passato, la  responsabilità del trasferimento dell’investimento non sarebbe stata più della FIAT ma sarebbe  passata esclusivamente sulle spalle dei lavoratori  che avrebbero “autorizzato” l’azienda ad andare a produrre in paesi dove altri lavoratori non hanno diritti.

Questo modello ricatta non solo i lavoratori ma tutte le organizzazioni sindacali che stanno vivendo le più grandi divisioni nella storia del sindacato; la stessa Confindustria che prima enuncia l’importanza della contrattazione e della concertazione per uscire dalla crisi, sostanzialmente poi si rende complice e avalla le strategie  della FIAT che chiede tutto senza presentare un piano industriale credibile che giustifichi  il contenuto dell’intesa.

Ma la cosa più grave è l’assenza totale di mediazione del Governo italiano,  che  a differenza del Governo Tedesco non solo non ha svolto il suo ruolo di garante ma si è distinto in dichiarazioni a sostegno dell’accordo che a suo parere potrebbe fare scuola, un modello cioè da  riprendere ed applicare anche in altre aziende. Ancora una volta il Governo italiano ha evidenziato tutta la sua incapacità di governare i processi di crisi nel rispetto dei principi costituzionali.

 La FIAT, che è spesso stata capace da sola ad essere un cattivo esempio nelle relazioni sindacali e nei confronti dei diritti dei lavoratori, oggi parla di “ modernità”  riproponendo le più antiche discriminazioni, emarginazioni e costrizioni già viste e praticate  nei suoi stabilimenti,  incapace adesso più che mai  di fare innovazione e rispondere alle richieste del mercato, attraverso nuove e più corrette relazioni industriali all’altezza del mercato globale.

Il risultato del referendum di Mirafiori impone delle riflessioni molto approfondite al mondo sindacale e politico, ed evidenzia chiaramente che gli operai  e le operaie,  diretti destinatari dell’accordo, non accettano il contenuto dell’accordo stesso ed in particolare, anche chi ha votato si per tentare ad ogni costo di mantenere un lavoro che comunque rimarrà incerto,  non accetta di fatto l’accordo separato, ritenendo che la democrazia ha bisogno dell’unità del mondo del lavoro, della rappresentanza e del punto di vista di tutte le posizioni dei lavoratori e delle lavoratrici in azienda.

L’ANPI ritiene che in una battaglia storica per il diritto al lavoro, allo sciopero ed al contratto nazionale di lavoro, così come sancito dalla Costituzione, diritti per i quali  molti Partigiani hanno dato la loro vita, vogliamo essere in prima fila e a fianco   di tutti coloro che  difendono questi diritti fondamentali .

A loro va tutta la nostra stima ed il  nostro appoggio antifascista, convinti che i Partigiani che combatterono, per lunghi anni in   assenza totale di democrazia, per la  libertà e per un riscatto sociale sarebbero sicuramente dalla loro parte.

 

                                                          

                                                                             Sezione ANPI “Martiri di Berceto”

                                                                                                   Rufina

 

Rufina 19/01/2011